A Novarello poteva finire in un’altra maniera, è vero. Ma quello che conta nel calcio, purtroppo o per fortuna, sono i risultati e quello di ieri dice Cus Piemonte Orientale – Pro Vercelli C5 4-1. Gli uomini di mister Granziero giocano una gara positiva nel bilancio finale e vengono puniti da alcuni episodi sfavorevoli, che portano i padroni di casa, comunque meritevoli del risultato, ad ottenere i tre punti in palio.

La gara inizia con i bianconeri spigliati, con palla al piede e con una manovra fluida. Spesso chiamato in causa l’estremo difensore novarese, che salva più volte i suoi. Anche Frezzato para tanto, in una gara che si svolge sul filo del rasoio. A metà primo tempo, primo episodio decisivo: tiro a botta sicura di un giocatore della Pro Vercelli, salvataggio sulla linea con la mano da parte di un giocatore della squadra di casa. Il direttore di gara non vede e parte il contro piede del Cus Piemonte Orientale che finisce in rete per l’1-0. Dal possibile rigore con espulsione allo svantaggio. La serata nera della Pro Vercelli continua con la realizzazione di altre due reti casalinghe, entrambe da calcio da fermo, che contribuiscono a portare il punteggio a riposo sul 3-0.

Nella ripresa, gli ospiti entrano in campo agguerriti e trovano il 3-1 dopo una grande azione finalizzata da Rigazio, al suo primo gol stagionale. I vercellesi prendono fiducia, ma trovano di fronte un estremo difensore avversario pronto a respingere le sortite offensive. Il gol in contropiede casalingo bissa il punteggio sul 4-1 finale e lascia tanta amarezza in una Pro Vercelli che, però, ritrova un’identità, dopo una gara positiva come non lo era mai stata nelle ultime settimane.

“Siamo cresciuti e questo è indubbio – dichiara a fari spenti mister Granziero – Dobbiamo finalizzare ciò che costruiaamo e questa è una croce che ci portiamo da sempre. Con il tempo recupereremo tutti i degenti e la rosa si completerà anche nel suo stato di forma ottimale. Oggi la metà dei giocatori veniva da febbri e infortuni e questo ci ha condizionato. Non cerchiamo, comunque, scuse e proseguiamo con il nostro lavoro”.